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sabato 8 maggio 2010

L'inganno è del cuore o del cervello?

Alle prime voci uno non da molto credito, sono voci, forse pettegolezzi.
Alle seconde magari la sera a letto, prima di dormire, iniziano a sorgere alcune domande, ma le risposte, quelle che giustificano tutto, salgono pronte alla mente e tutto torna a posto. 
Alla terza, alla quarta e alla quinta si inizia a sentire un formicolio che sale dalle viscere, le risposte iniziano a mancare, ci si sente confusi, un poco disorientati, perché sorgono discrepanze difficili da colmare, e concordanze esterne che al contrario iniziano a dare risposte a quesiti a lungo nascosti là giù, nel profondo, dove le si è rese più o meno consciamente inaccessibili. Per anni.
Poi, di colpo, si apre un baratro, e la persona che hai creduto di amare scompare, e al suo posto appare un qualcuno che prende la forma di un enorme punto interrogativo, e quel punto interrogativo inizia a scavare dentro e a fare male. Davvero male. 
Trascorrere quasi sette anni con qualcuno e poi scoprire che non la conoscete per niente, nascosta sotto troppe maschere diviene un'estranea, e tutti i ricordi, anche quelli belli vengono rubati dalla consapevolezza di essere stati derubati. Derubati da chi professava sincerità, comprensione, la verità su tutto... ed io ad innamorarmi proprio di questo aspetto, dopo anni trascorsi in mezzo alle bugie era come un raggio di sole che irrompe tra le nuvole da troppo presenti. Scoprire che quel raggio di sole era solo un bel quadro, una facciata, che dietro al quadro si nascondeva ben altro, bisogni ben diversi... che botta. Ho resistito anche troppo a lungo a tutto ciò che mi arrivava da più parti, ma quando tutto diventa coerente, tutte le domande trovano la giusta risposta, e non c'è più chi ti dice "ah, quindi non ti fidi di me? Con tutto quello che ho fatto per te?" non è più possibile non vedere e dentro, il cuore, di colpo sa. Sa e capisce. E vede tutto ciò che per anni non si è permesso di vedere, e la stupida mi sento io, quella da biasimare? Io. Io che ho preferito ingannare cuore, o forse cervello, o forse entrambi. Ho preferito andare avanti a credere, avevo bisogno di credere. Capire voleva dire quello che è successo ora: sentirmi ingannata dalla prima persona di cui mi sono fidata dopo tanti, troppi anni, e scoprire che sono stata ingannata ancora. 
Se solo bastasse questo, potrei sopportarlo, ma sapere che ora inganna ancora, e ancora, e che a venire ingannata ora è la donna che amo, e capire così bene perché anche lei si fa ingannare, beh, toglie parecchie ore di sonno alla mia notte. 
Non so se preferire il pensiero che sia consapevole di quello che fa o se davvero non si rende conto, ma le bugie che mi ha raccontato, bugie anche inutili se non per mostrare una facciata di perfezione, mi fanno credere che non sia possibile che non si renda conto, che ogni mossa, ogni parola, ogni azione fosse lungamente meditata e riflettuta. Pensavo fosse ricca... pensavo fosse da portare su di un piedistallo... pensavo ed ho sbagliato.
Cuore o cervello?


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