Il Koan: é un problema che, nello Zen Soto, il maestro assegna ai discepoli e la cui soluzione non può essere trovata intellettualmente, bensì intuitivamente.
Eccovi il vostro Koan:
Un maestro offrì al suo discepolo un melone.
"Come ti sembra? Ha gusto?" Gli chiese.
"Oh sì! Un gusto squisito!" Rispose il discepolo.
Il maestro gli pose allora questa domanda:
"Dov'è il gusto, nel melone o nella lingua?"
Il discepolo rifletté e si addentrò nei meandri di un complesso ragionamento:
"Il sapore deriva dall'interdipendenza, non solo tra il gusto del melone e quello della lingua, ma anche dall'interdipendenza tra..."
"Stolto, tre volte stolto!" Lo interruppe il maestro in un impeto d'ira.
"Perché complichi il tuo modo di pensare? Il melone é buono. Basta questo per spiegarne il gusto. La sensazione é buona. Di altro, non c'è bisogno!"
Ecco, questo é il punto. Ci complichiamo spesso la vita, senza raggiungere quello che vogliamo, e a volte abbiamo quello che vogliamo ma ci perdiamo in pensieri inconcludenti e voli pindarici, chiedendoci se é la cosa giusta, cosa succederà poi, quanto durerà, e così perdiamo anche quello che abbiamo, anziché viverlo e basta. Di altro, non c'è bisogno. Tutto é quello che é.