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martedì 23 febbraio 2010

Storia




Ho appena finito di scrivere una mail interminabile ad una vecchia amica che non sentivo da anni, tanti anni, é una persona speciale, che si può dire ha contribuito a salvarmi la vita, in modo letterale. Ci siamo perse di vista a causa di spostamenti vari... Le ho raccontato tutta la nostra storia. Non so quante pagine ho scritto, ma erano davvero tante. Ho impiegato più di un'ora e mezza, eppure mi rendo conto che mancavano tantissime cose. Troppe, forse. Centinaia di particolari, di attimi che hanno fatto spostare la bilancia. Mi sono resa conto che ho passato molto tempo a raccontare gli inizi, quando abbiamo conosciuto Ma, lo stage fatto insieme, le mie chiacchierate con lei, le nostre confidenze, la crescita del nostro rapporto. I luoghi, i mesi, la crescita delle cose. L'ho rivissuta come una coperta calda che ti copre quando hai freddo. Una sensazione di morbidezza, semplicità, immediatezza. Quando le cose hanno iniziato a farsi complicate, quando é entrata la sofferenza, ho fatto più fatica a scrivere. Non solo per il dolore, ma anche perché era difficile descrivere le mille sfaccettature che hanno preso le nostre vite. Gli intoppi, le tensioni, eppure la speranza. Difficile spiegare a chi non c'era i diversi vissuti, punti di vista... Difficile rivivere quei momenti. Devastanti i primi per le sensazioni di famigliarità, devastanti i secondi per la sensazione che tutto fosse sbagliato, inverso a quello che provavo. Ho scritto una storia, e questa é la mia storia. Un anno che conosco Ma, sei mesi da quando ci amiamo, un mese da quando ci siamo lasciate. dodici mesi. solo dodici mesi. un solo anno. non mi capacito. 
Una parabolica ascendente e poi discendente. Una storia. Una storia forte, fortissima. Una storia troppo intensa per scomparire, per esaurirsi così. Purtroppo. Non c'è pace per le persone in cui ardono questi fuochi, e noi, nostro malgrado, ne facciamo parte. Siamo due fuochi, forti, caldi, impulsivi, indomabili. Pacate fuori e atomiche dentro. Sarà genetica, ambiente, o il solito 50/50... chissà. 
A febbraio dell'anno scorso ero una persona completamente diversa da quella che sono ora. Non solo fuori, anche e soprattutto dentro. Poi si dice che con l'età si cambia meno. Figuriamoci se non sono in quella percentuale che fa eccezione! Vedo tutto il mondo in modo diverso, é letteralmente come se prima leggessi un libro chiuso ed ora fosse aperto. Non che capisca di più, é più sottile, é una sensazione, qualcosa sotto pelle che pervade tutto ciò che sono. E' un senso forte, fortissimo di appartenenza a me stessa che non avevo mai provato. So quello che voglio. E lo so bene. Sono sola, al limite del disperato, eppure vivo, spero, voglio qualcosa di ben preciso e riesco addirittura a portare avanti le cose, per quanta fatica mi costi ogni giorno che dio mette in terra! Non mi capacito di tante cose, non ne capisco tantissime, ma so aspettare, so non essere affrettata, e per me questo é nuovissimo! E non lo faccio con impegno, questo mi stupisce. Sono diventata paziente (o forse scema, chissà)!
Un'altra cosa che mi lascia interdetta é che non ho paura. Non ho più la sensazione che avevo di non potercela fare da sola... sento che posso. La paura, quella paura, mi ha abbandonata. Puff... e con lei é scomparsa la rabbia, la frustrazione, puff... in bolle di sapone.
Ora mi resta poco da fare (!): riuscire a dormire, riuscire a mangiare, riuscire a... qui ancora non so da che parte preferirei andare quindi aspetto ad esprimermi. 
Novembre é lontano...

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