Spuntati tutti insieme dentro una generazione, manco ci fossimo dati appuntamento in culla: tra diciott'anni in strada. Pasolini la chiamava eccedente, quella generazione, un sopravanzo dovuto alla scoperta degli antibiotici, non provata da alcuna selezione e infoltita dall'eccesso di nozze del dopoguerra. Non era granché come spiegazione ma almeno lui se lo chiedeva: da dov'eravamo spuntati fuori noialtri estranei, dissimili da tutti? Non avevo da rispondere, ero tra gli spuntati e mi mancava la distanza di un punto di osservazione. Per spirito di contraddizione mi procuravo un pensiero diverso dal suo e dalla provvidenza della penicillina. La nostra era la prima generazione d'Europa che a diciott'anni non veniva presa per la collottola e sbattuta in guerra contro un'altra gioventù dichiarata nemica. Era la prima che si scrollava di dosso le conseguenze catastrofiche della parola patria. Perciò eravamo patrioti del mondo e ci impicciavamo di altre guerre.E.D.L
Un tempo la generazione era X, ora ci siamo stufati di far parte dei casini del mondo e ci affezioniamo ai nostri, talmente tanto che di quel che accade a cento km da noi già ci par notizia vana. Guardiamo i telegiornali dimenticando che al di là del nostro raggio di azione esistono altri miliardi di piccoli esseri fatti come noi, tutti alla ricerca della stessa cosa: cibo, protezione, sicurezza, amore. Ma alcuni sono gialli, altri neri, altri rossi e parlano strano, si comportano in modi talmente "antichi" oppure "ignoranti" da non meritare il nostro interesse. Noi, la Piccola Europa che si crede l'unica a poter legiferare sulle questioni mondiali. Abbiamo preso un tal numero di batoste da riempire un'enciclopedia in volumi, eppure siamo ancora qui, piccoli ed ignorati dal mondo eppur convinti di esserne l'ombelico. Siamo piccoli uomini, piccoli puntini che girano ruote sforzandosi di amare il proprio lavoro. Ci insegnano a non guardare e non guardiamo. A non sentire e non sentiamo. Guardiamo i quiz e andiamo a letto felici se abbiamo portato fuori la spazzatura. O forse no, perché non ne avevamo voglia. Siamo la generazione dopo, quella che crede di non aver bisogno di andare in guerra per mangiare, avere una casa, e non ci rendiamo conto che questa, la nostra, è già la terza guerra mondiale. Quel che ancora non abbiamo visto, sono le armi di nuova generazione. Non le vediamo perché ci hanno reso ignoranti! Siamo la generazione del nulla.A.P.N