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Preferenze Di Sistema

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mercoledì 24 marzo 2010

Cambiamenti...


Mi sono spesso trovata, come tutti noi, a dover prendere delle decisioni, a volte semplici, altre molto difficili. Fin da piccola mi sono sempre lanciata nelle cose, spesso a testa china, in un modo che la psicologia, compresa quella popolare definirebbe impulsivo. Sì, penso di potermi definire impulsiva sotto molti aspetti, eppure, anche tornando indietro, so che rifarei le stesse scelte, perché la mia impulsività nasce sempre da una spinta verso una certa direzione. Le scelte impulsive mi danno la forza di andare avanti nella direzione voluta. A volte, spesso, ogni tanto sbaglio. Ma la mia esperienza mi ha sempre mostrato che il tasso di sbaglio tra chi passa giorni o addirittura mesi (quando se lo può permettere) a riflettere sulle proprie scelte, non differisce, ed attribuisco questa ragione al fatto che, in sostanza, facciamo e andiamo dove sentiamo di voler/poter andare. E se devo sbagliare, preferisco farlo subito piuttosto che tra un mese. L'errore che però faccio di più è quello di incaponirmi con la scelta fatta, perché cambiare idea rappresenta l'ammissione di una scelta sbagliata, di un errore di valutazione delle mie forze, capacità, possibilità, oppure di una errata valutazione delle condizioni esterne. E questo non mi piace. Intacca il mio orgoglio e m'impunto a voler continuare. In genere so quando mi sto solo impuntando, perché la sensazione di incongruenza tra dentro e fuori si fa sentire, ma non sempre ho il coraggio di modificare le cose, di tornare indietro, a volte persino di ammetterlo. Ultimamente però, accade che sto rivalutando la situazione. Non solo per le mie vicende personali, ma per quello che vedo intorno a me, valutato sulle mie vicende personali. Noto che molti stanno male con loro stessi perché vorrebbero qualcosa di diverso dalla loro vita. Lavoro, compagni, attività... non importa cosa, ma quando gli si dice "perché non cambi allora?" la risposta é sempre la stessa: "ma sei matta, dovrei cambiare tutto, e poi?" Giusto, credo che sia proprio quell' "e poi" a farci desistere dal metter mano alla nostra vita, anche quando vorremmo cose diverse. Vissuto su di me sento che é la paura di non sapere cosa succede dopo, cosa troverò, e se poi perdo quello che ho e  non trovo quello che cerco? 
Ormai ho scelto... Ormai ho questo...
Si, ormai ho scelto, ma se la mia scelta non mi appaga, se sento dentro una spinta, o una vena di tristezza, o un susseguirsi di "...e se", mi accontento? Io spesso l'ho fatto. Cambiare é un rischio. Ma devo dire che, guardando tutti quelli che hanno avuto il coraggio di cambiare, di tornare sulle loro scelte, di rimettersi in gioco, la prima cosa che penso é sempre "che figo che sei stato". Perché richiede una certa dose di attributi. Agli occhi degli altri, che spesso ci dicono che siamo matti quando stravolgiamo la nostra vita, agli occhi nostri, perché tutto sommato, anche se non siamo pienamente soddisfatti, ci stiamo relativamente bene dove siamo; non fosse altro perché conosciamo il "vicinato". C'è il rischio di non trovare quello che cercavamo, ma quello tutto sommato è già una realtà. C'è il rischio di sbagliare la direzione, ma stiamo già andando in quella sbagliata se desideriamo cambiarla. So che sono belle parole ma difficili da mettere in atto, eppure buttarsi quando il lumicino dentro ci chiede di farlo, ci chiede altro é un atto di coraggio, di passione verso se stessi. anche quando si ha da poco intrapreso una scelta, cambiarla non significa essere deboli, avere sbagliato, significa essere talmente consapevoli di sé ed avere talmente fiducia in se stessi da saper anche cambiare direzione durante il cammino. Una scelta difficile, che richiede molte energie e risorse. Ma quanto é bello poi poter dire "ecco, questo è quello che volevo!" E si, io credo sia possibile arrivare a dirlo! ...un giorno.

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