E' così, possono cambiare le parole, la modalità con cui i servizi si scusano per i dis-servizi, per i ritardi nelle consegne, il modo in cui giustificano i propri gusti politici, il fatto che seguono Sanremo e che preferiscono una canzone all'altra, ma tutto il mondo é paese. La globalizzazione fa il suo corso, tutto deve accadere subito e come dio (ossia l'io in questione) comanda. Sempre. Attendere un pacco postale può diventare causa d'ansia, così come stare in file alle casse del supermercato. La gente si veste in maniera diversa, parla un'altra lingua, ma rimane stressata, veloce, anzi, velocissima, incapace di fermarsi e "staccare" la spina anche solo per un momento. Siamo la generazione del consumismo immediato. Meglio se fatto ieri. Più siamo informatizzati e più pretendiamo che le cose vengano fatte subito, che abbiano un senso per noi e che ci vengano cucite addosso. Non stupisce che questa modalità venga ormai applicata anche ai sentimenti, dove le cose devono andare "come me le aspetto" e soprattutto "quando me le aspetto". L'impegno, il "sacrificio", il mettersi in gioco, la (oddio che parola terribile) pazienza... sono chimere nascoste, che valgono solo per "noi" e nei nostri confronti. Se qualcuno ci chiede di avere pazienza, dopo due giorni siamo già lì a batter cassa e chiedere: "Allora? Non avevi detto che l'avresti fatto? Io sono stata paziente!"
Mi trovo sicuramente in una posizione difficile per giudicare questo modo che abbiamo di vivere, siamo la generazione di "mezzo", quella che é passata dalle lettere scritte a mano che impiegavano una settimana ad arrivare, all'iPhone. In questa descrizione mi ritrovo anch'io, in molte cose, ma quando me ne rendo conto mi dò fastidio, perché mi accorgo che, anzichè guadagnare tempo, in realtà spesso lo perdo. E parlo del tempo per assaporare la vita. Sono incasinata, sia sentimentalmente sia burocraticamente, e ho tante di quelle questioni in sospeso, a mezz'aria che non vedo l'ora di chiudere qualche pratica.
Ma tutto, come sempre, ha i suoi pro ed i suoi contro. Anche la necessità del tutto subito, conoscendo le capacità di adattamento degli esseri umani, troverà la sua strada. Da "vecchia generazione" (definizione in cui ormai mi rivedo), spero che non vadano perse troppe qualità, ma come sempre la storia la scriviamo noi, e alla generazione futura toccherà la sentenza sul nostro presente.