Pensare di essere soli, è brutto, è brutto pensare di non poter contare su nessuno, soprattutto quando non si riesce a contare su se stessi. E quello che ne consegue è una chiusura verso il mondo esterno che realizza la previsione: non poter contare su nessuno perché non si cerca nessuno.
Io, tra le altre cose, ho fatto questo errore, ho pensato di non avere nessuno su cui poter contare, e nel momento stesso in cui ho iniziato a scrivere sul blog, più per uno sfogo mio, per una mia necessità, ho visto letteralmente una cascata di solidarietà, persone che si prendono a cuore la questione, che ci sono. Alcune magari nemmeno tanto d’accordo con questo rapporto a tre ma lì, presenti a dire, con il loro gesto che ci sono. Grazie, grazie a tutti. Ho sentito il mio cuore scaldarsi, riempirsi di affetto nonostante i miei sbagli e i miei problemi. Ed io che pensavo che il blog non lo leggesse nessuno…! Giuro! Ed invece siete tanti ed ora mi sento anche in colpa per non aver scritto più spesso ultimamente.
Sono stupita. Nel momento stesso in cui si è diradata la nebbia in me, è come se si fosse diradata anche negli altri, nel mondo, arrivano emozioni inaspettate, da fuori e anche dalle novie. Perle che voglio assaporare fino all’ultima goccia, in positivo ed in negativo, perché la chiarezza libera, rende liberi, di essere, di scegliere, di vivere ed infine anche di sbagliare. Le filosofie orientali parlano sempre di come con l’amore, quello con la A maiuscola come diremmo noi, con la compassione, il mondo diventa più buono anche per noi. Mai avevo avuto prima un riscontro così immediato e diretto di quest’affermazione, mai avevo provato sulla mia pelle una tale forza. Cerco di far entrare in me ogni momento, ogni sensazione, viverla a fondo, renderla preziosa, assaporarle come un buon pasto, un boccone alla volta, amari compresi. E’ la mia vita, la nostra vita, ed ora so anche un poco parte della vostra vita. Non siamo isole, no.
Si Ser, su con la testa!