Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. La percezione del "tempo" è la presa di coscienza che la realtà di cui siamo parte si è materialmente modificata. Se osservo una formica che si muove, la diversità delle posizioni assunte certifica che è trascorso un "intervallo di tempo". Si evidenzia "intervallo" a significare che il tempo è sempre una "durata" (unico sinonimo di tempo), ha un inizio ed una fine. (Wikipedia)
D'accordo, sarà anche così... ma come la mettiamo quando é il cuore a dare il ritmo del tempo? Parliamo di battiti e non di secondi? Quando é il respiro (o la mancanza di respiro) a fermare o muovere la percezione soggettiva dello scorrere del tempo? Quando l'amore s'infila in questo concetto i filosofi dovrebbero riscrivere la definizione di tempo. esso non esiste, diviene malleabile, denso o sottile a dipendenza di quanto vicino é l'amore. Si contrae e si allunga, forma dei buchi temporali in cui tutto accade velocemente, in un attimo la vita cambia, e diviene melassa appiccicosa, spessa, quando l'amore é lontano, desiderato, sofferto. Così come un viaggio in auto può durare secondi quando ci allontana ed interminabili ore quando ci avvicina, contro la logica delle lancette che portiamo al polso. Se il tempo é costante, perché quando stiamo bene sembra trascorrere a doppia velocità, e quando soffriamo diviene un chewing gum che si allunga senza fine?
Del tempo siamo schiavi, in esso ci rifugiamo per trarne conforto, e da esso fuggiamo, lamentandoci spesso di quanto sia insufficiente. Eppure, al di là delle percezioni soggettive, dello scorrere delle lancette, forse é proprio per viverlo, questo tempo, che abbiamo deciso di imbarcarci in questa "follia", perché anche se pensiamo di dominarlo, il tempo, non ne siamo padroni, e domani potrebbe essere il giorno dell'ultimo granello nella clessidra, e tutto nella vita posso augurare ad altri, ma a nessuno potrei mai augurare di non aver vissuto. Di non aver permesso al tempo di entrargli dentro, sentirlo, gemerlo anche. E' come osservare un treno che passa, oppure su quello stesso treno salirci, percorrerlo mentre sferraglia, sentirne gli odori, toccarlo, odiarlo piuttosto, ma esserci sopra e cavalcarlo. Non lo domeremo mai, ma almeno gli saremo saliti in groppa.