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venerdì 2 aprile 2010

NottE


C'è la luna. Quasi uno scherzo della natura, dopo la tempesta di neve in cui mi sono trovata immersa oggi. Ci sono le stelle. Un'apparenza che non rispecchia la realtà di questa primavera che finge di arrivare e poi scappa a nascondersi, timida e reticente. Notte di somme tirate, notte di riflessioni, notte in cui il sonno è rubato da pensieri per chi non si può aiutare e da chi si potrebbe aiutare ma non si è in grado di farlo. Notte di silenzio in cui il cuore batte forte, forte di emozioni che si liberano, a cui permetto di uscire, a cui permetto di dire la verità. Somme che portano il segno meno, ma che hanno il pregio di essere aggiornate. Notte in cui mi trovo sola a guardare una vita immersa nella poca conoscenza, nella poca chiarezza, dove l'ultima arrivata ha avuto l'onore di dirmi che non ero felice. Notte serena, nonostante il dolore, perché libero quest'ultimo, infine, di usare le giuste immagini. Io. Io causa di me stessa. Notte di rimpianti e di perdono per i miei sbagli, in cui pure ho fatto ciò che ero in grado. Notte di gioia perché vedo la via, e non è solo salita, è solo una via, una delle tante. Non più obbligata ad andare in salita o lasciare, libera di anche di camminare in pianura. Un passo alla volta. Notte di pianto per le occasioni perse e di speranza per quelle da cogliere. Provo emozioni, senza paura, senza nascondigli, ecco che esce il cuore che sapevo di avere, e non vi è più risentimento, non vi è più rabbia, non vi è paura di provare. Emozioni. Io e le mie emozioni a cui do finalmente voce. E lì dentro è pieno di bellezza. Vi sono tesori che desidero imparare a condividere, senza la paura che mi siano rubati, senza la pretesa che vengano ricambiati. Notte in cui divengo piccola, piccola come sono. Io e me stessa, nient'altro, niente maschere, niente bugie. Pregi e difetti messi a nudo. Cercati e trovati, e ricercati e ritrovati. Ogni giorno, ogni attimo, mi accompagnano perché sono io. 
Notte in cui vorrei dire: andate, vivete, siate felici perché vi voglio bene, ed il bene che voglio è più di ciò che desidero io. E' più profondo. Pulito dal mio egoismo rimane un piccolo diamante libero che desidera solo il bene di chi amo. Amori, amici, parenti. Provo affetto, stima, riconoscenza per tutti loro, e mi rammarico di averli feriti, incolpati, resi responsabili dei miei gesti. Notte in cui sono solo un essere tra tanti, uno spirito che non merita altro di ciò che tutti meritano, nessuna virtù particolare. Vita. 
Sto per perdere un'altra persona che amo ed ho amato molto, e questa sofferenza è stata celata dal dolore, dalla paura, vile compagna della mia vita. Quanto ho perso per colpa della paura di perdere... Notte che vorrei non terminasse. Domani affronterò la strada che ho schivato per troppo tempo, guarderò in faccia il mio cuore e farò ciò che ha detto, ciò che è giusto io faccia. Mettermi da parte per chi ha più bisogno di me, per chi ha più paura di me, per chi sta per affrontare l'ultimo viaggio. Forse mi rifiuterà, e dovrò accettarlo. Non ero in grado di aiutarla e mi sono protetta, fu l'unica scelta che potessi fare allora. Ora non sono più così, ed ho deciso di affrontare mia sorella, la sua sofferenza, i suoi sbagli, la sua rabbia per il mondo intero. E' l'ultima occasione per esserci, non voglio permettermi di lasciarla andare senza porgerle la mia mano, e al diavolo tutti gli errori che ha fatto. Chi sono io, con tutto ciò che il dolore  e la paura ha fatto fare a me, per giudicare lei? O chiunque? Come posso parlare di comprensione, accettazione, pretendere da altri cose che non sono io la prima a fare? Forse è tardi, ma se non lo faccio ora non potrò farlo mai più. L'orgoglio mi terrebbe lontana. Ma ha mai pagato qualcosa l'orgoglio? Ha mai dato frutti? A me no, e mi sento molto esperta nel campo. 
Notte di stelle in cielo. Notte di luna. Notte insonne di un io che ha trovato il coraggio di guardarsi allo specchio. Di guardarsi trasparente. Per quanto possibile. 
Notte in cui ho capito che sono io che non ho mantenuto le promesse. Non quelle che io avevo fatto. In cui io prima non ho saputo guardare il mio cuore. In cui la limpidezza del cielo attira un domani diverso. Impegnativo. Notte in cui il pianto non è più commiserazione, ma semplice emozione, realtà. Ora mi posso permettere di piangere per il mio dolore, i miei sbagli, perché non voglio nulla in cambio. Solo vivere quello che provo, senza vergogna. Io. Sola. Io che ho sbagliato tanto, io che continuerò a sbagliare. Io che voglio finalmente aprire il cuore e lasciarlo libero di vivere. Non è brutto il mio cuore, è grande. Ora che apro la gabbia, imparerà anche lui a mettere le ali.
In questa e in altre notti. 

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