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Preferenze Di Sistema

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giovedì 11 febbraio 2010

Milano2

NO, il titolo non c'entra niente con il quartiere barlusconiano di Milano, è solo la continuazione del blog di ieri. Credo che il mio cuore sia in congelatore, oppure spezzato, come nell'immagine. Entrare in questa casa non mi ha detto niente. Almeno niente di quello che mi aspettavo, come nostalgia, dolore, rimpianti... un poco di rimpianto forse si, ma per qualcosa che non è mai esistita e quindi un rimpianto strano. Mi sento estranea in quella che fu casa mia. Mi muovo con circospezione, evito quasi di aprire i cassetti perché mi sembra di invadere la privacy di chi ci vive. Particolare. Ho visto Di, abbiamo discusso del divorzio, della suddivisione dei beni... E' pazzesco... da un lato la guardavo e mi facevo la seguente domanda: "come ho fatto a non vedere prima?" Voglio dire, come ho fatto a nascondermi per così tanto tempo la realtà? Certo, siamo esseri creduloni, ma io vinco almeno una medaglia. Mentre la guardavo cercavo l'amore, quella cosa che c'era, ma ciò che usciva era tutt'altro. Risentimento nudo e crudo. Non solo per le bugie degli ultimi mesi, non solo perché nemmeno ora si pone delle domande, ma perché mi ha fatto fessa. Molto fessa. Mi sono fatta fare fessa. Punto. Per anni ho creduto che la sua preoccupazione per me fosse amore. Ma il suo è mero bisogno di approvazione, di gratificazione da parte di una persona più debole che la faccia sentire utile, brava, presente. In poche parole: gratificata. In psicologia questo si definisce narcisismo... (covert per i più esperti...). Me lo diceva sempre di rivedersi in questa definizione, ed io che ci cascavo e le dicevo ma no amore, tu non sei così... Ops, mi sbagliavo. E' così. Io in definitiva sono sempre stata un soggetto dipendente, quindi quale migliore unione tra una che ha bisogno di qualcuno che le faccia sentire che c'è, sempre, ed una che ha bisogno di sentire che la persona per cui c'è la reputa un dio? Unione perfetta. Peccato che ad un certo punto la mia indole cercava di riaffiorare, ed io di farla tacere. Ecco il perchè della rabbia. Solo questo. Mi odiavo per quello che stavo facendo alla mia personalità e lo sfogavo su di lei che, in fin dei conti, non faceva nulla che essere se stessa. Anche nel sesso. Era sempre lei a dover dare piacere e pretendere poco, un po' all'inizio, i primi mesi di abbandono e poi la normalità. Io ho sempre pensato fosse altruismo. Ma no, era ancora il suo bisogno di sentirsi dire che era una dea, che mi faceva godere da morire. 
Perché é finito? Non perché era stufa delle nostre litigate, nossignore, come ha sempre detto anche lei, se non fosse arrivata Ma, staremmo ancora insieme. No, E' arrivata Ma, e con lei un'altra persona che le dice quanto è in gamba, quanto non ha mai conosciuto una come lei, e la guarda ancora come una dea. Io al contrario, era tempo che chiedevo la mia indipendenza, la urlavo, e Di non ne poteva più e si é rivolta verso chi la considera una dea. 
Come so tutto questo? Semplicissimo: lo vedo da fuori. Non solo perché con Di é finita, ma anche perché questa volta vedo quello che sta succedendo tra Ma e Di e, giuro, é come rivedere il film della mia vita. Stesse parole, stesi gesti, stessi atteggiamenti, stesso identico modo di corteggiare, stessi pensieri. Mi stupisce come una persona sia in grado di non modificarsi per niente. Cavolo, io con Ma ero tutt'altra persona, come accade ogni volta che ho davanti altri, cambio, almeno un poco. Siamo esseri sociali, interagiamo con chi abbiamo di fronte. Anche stessi cambiamenti che avvengono in Ma quando é con lei. La metà dei litigi tra me e Di riguardavano Ma, il suo costante giudicare quello che faceva o non faceva e come lo faceva. Le dicevo mollala, lasciala vivere. Ancora non capivo. Ma Di é Di. E' lei che gestisce. Come si arrabbiava quando le dicevo che faceva con Ma le stesse cose che faceva con me! Uau! 
Non dico queste cose a cuor leggero, anzi, il mio cuore piange, così come ha pianto quando é uscita da questa casa questa sera, perché era amore, ma un amore malato. Un amore che ha stritolato. Spesso Ma mi ha chiesto perché mi arrabbiavo così tanto con Di, ed io mi sono chiesta perché succedesse solo con Di. In effetti nella mia intera vita non ho mai reagito così con nessuno, nemmeno quando ero strafatta e disperata... Perché stavo uccidendo la mia anima, per amore, per ingenuità, per codardia, per incapacità. Per tante cose. Anche a me Ma ha dato qualcosa di nuovo: me stessa. Mi ha fatto capire che io esisto, e che valgo. Questa sera ho detto a Di che se voleva poteva stare qui a dormire, e lei mi ha guardata in modo strano... ma non soffro più per lei. Appena ho capito cosa mi era successo, di noi é rimasto il sogno, l'amaro di qualcosa che poteva e non é stato, ma non l'amo più, perché amore non può essere asfissia. Amore é altro. Almeno per me, poi ognuno é libero di amare come crede, non l'ho fatto anch'io forse? 
So che Di legge il blog, oggi sapeva cose che non ho mai detto, nemmeno a Ma, quindi le deve aver lette. Di, mi spiace per queste parole, ma come ti dissi, questa volta non mi rimangio nulla. Forse, tra le due, quella che sta peggio in definitiva sei tu. Io, libera, so vivere. Provo comunque molto affetto, e spero davvero tu riesca a trovare l'indipendenza. 


Ci saranno ali anche per me,
nel mondo, nel cielo.
Ci sarà un cielo in cui librarsi,
pulito, chiaro.
Ci saranno ali anche per me,
tra le stelle, leggera.
Radici per terra e piume al vento.
Per me, per noi. 
Lo so amore, le sento crescere,
libere.

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